Grasse e l'industria della Profumeria
Non è infatti per caso se questa cittadina, antica piazza commerciale, è diventata la culla della profumeria. Questa regione beneficia infatti di condizioni ideali per quanto riguarda la culture floreale : innanzitutto grazie al clima favorabile con le sue temperature miti, con le sue giornate soleggiate e le rare pioggie, ed inoltre grazie alla qualità della terra, ricca d’alluvioni ed in più grazie al suo suolo fertile; e per finire, possiamo anche citare la qualità dei suoi abitanti, i quali sono laboriosi e dotati d’una immaginazione molto creativa.
Centro importante della conceria e della guanteria all’epoca della rinascenza (grazie particolarmente all’esistenza di numerosi greggi d’animali ed all’acqua di sorgente propizia al trattamento delle pelli), Grasse approfitta, nel XVIesimo secolo, della moda dei guanti profumati di Catherine de Medicis, ed acquista un’importante notorietà alla corte del Re Luigi XIII, cosicché la corporazione dei Guantai-Profumieri è riconosciuta ufficialmente nel gennaio 1614.
Da questa data in poi, le principali piante coltivate sono il gelsomino, la rosa e la tuberosa.
Con il passa degli anni, la produzione degli oli profumati diventa più lucrativa della guanteria, la quale moda è in diminuzione continua. Nel XVIIIesimo secolo assitiamo allora alla nascita di ciò che diventerà una veritabile industria : quella della produzione delle materie prime.
Ma è soltanto all’inizio del XXesimo secolo che Grasse acquisterà realmente in questo settore, un’importanza internazionale, grazie al talento e all’abilità delle grandi famiglie d’industriali. Queste fabbriche assicurano ed il trattamento delle produzioni floreali e delle materie grezze importate, ed delle essenze o concrete già trattate dalle loro filiali sui posti di produzione.
Oggigiorno, gli industriali di Grasse hanno, per star al passo delle tendenze del mercato, ingrandito la loro attività :
- da una parte, assistiamo all’estensione della clientela tradizionale (profumeria alcolica, cosmetica, saponificio) ai produttori di detergenti, di detersivi e di prodotti d’igiene i più variati.
- d’altra parte, assistiamo allo sviluppo spettacolare della produzione d’aromi destinati alle industrie alimentari.
70 imprese
Grasse conta attualmente all’incirca 70 imprese del settore della Profumeria.
1,5 miliardo
Una ciffra d’affari di 1,5 miliardo di euros (più di 2.6 miliardi di fatturato consolidato mondiale per le imprese con sede sociale in Francia), di cui 2/3 provengono della profumeria ed 1/3 degli aromi alimentari.
5000 stipendiati
Queste imprese impiegano 5000 stipendiati ed esportano 70% del totale della loro produzione.
La produzione floreale locale e le tecniche d’estrazione
I numerosi turisti che visitano la regione di Grasse cercano in vano i grandi campi di fiori. In effetti, la cultura delle piante a profumo è familiare in questa regione, e bisogna sapere che si tratta molto spesso di piccole coltivazioni stagionali e quindi di corta durata.
La rosa (la quale è una varietà ben particolare, ed è per questo che è denominata “ rosa di maggio ”, è raccolta dall’inizio di maggio fino all’inizio di giugno, il fiore d’arancio da fine aprile ad inizio giugno ed il gelsomino nel mese di luglio e nel mese d’agosto.
I campi di fiori più spettacolosi sono quelli delle mimose, coltivati da gennaio a marzo nel massiccio del Tanneron. Per quanta riguarda i campi di ginestro, possono essere ammirati nel mese di giugno e quelli di lavanda nel mese di luglio.
Le piante locali le più utilizzate in profumeria sono : il gelsomino, la rosa, il fiore e la foglia d’arancio, la tuberosa, la giunchiglia, la violetta, la mimosa e la lavanda.
A questi ultimi, si deve aggiungere i prodotti grezzi che sono importati :
- le radici : come quelle d’iris della Toscane, quelle del vetiver di Haiti o di Giava, ecc…
- i licheni : come il muschio della quercia di Balcani
- i grani : grani d’ambretta della Martinica o delle Seychelle, i grani di pepe, di carota, di comino o di coriandolo
- i legni : legno di sandalo, di cedro
- le foglie : paciuli, geranio, violetta
- le scorze : cannella, styrax
- le gomme : ciste, incenso, opopanaco.
Estrazione
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Metodo a freddo o estrazione tramite un dissolvante fisso (grasso)
E la tecnica la più anziana, attualmente quasi in disuso. Questo metodo evita ogni tipo d’alterazione e permette di captare il profumo dei fiori fragili, come per esempio il gelsomino, la tuberosa o la mimosa.
Innanzitutto si ricopre un telaio (fatto di legno e vetro) di grasso di maiale e di bue. Questo grasso viene poi impregnato di petali di fiori, i quali sono rinnovati ogni 2-3 giorno. Alla fine della stagione, si fonde il grasso per eliminare i resti vegetali, e lo si mescola poi con dell’alcool etilico puro nei miscelatori addetti. Ed infine si ottiene l’assoluto delle pomate.
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La distillazione
Questo metodo produce gli oli essenziali provenienti dagli organi secretori e immagazzinatori di questi oli che possiedono alcuni vegetali come la lavanda, il paciuli, il vetiver e il geranio. Questo procedimento non permette però d’estrarre il profumo dai fiori delicati.
È in questo famoso alambicco che si effettua la distillazione : nella caldaia si forma il vapore d’acqua, il qualo contiene le particelle essenziali delle piante. Questo miscuglio di vapore passa attraverso il collo di cigno ed arriva nel congelatore o serpentino, nel quale ritorna alla stato liquido, ed è poi nel vaso fiorentino che l’olio essenziale e l’acqua si separano per semplice differenza di densità.
A titolo d’esempio, per ottenere 1 chilo d’essenza bisognerà distillare 330 chili di foglie di paciuli o 150 chili di lavanda.
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L’espressione
Gli oli essenziali d’“ hespéridées ” o d’agrumi (limone, arancia, bergamotto, mandarino) sono sensibili alla temperatura ed agli agenti chimici.
Anche se la maggioranza dei prodotti naturali sono d’origine vegetale, esistono quattro materie principali d’origine animale :
- l’ambra (del capodoglio)
- il muschio (del capretto)
- il castoreum (del castoro)
- il zibetto (tipo di topo muschiato proveniente dall’Etiopia)
Al giorno d’oggi, le materie prime di origine animale sono sostituite da matierie sintetiche.
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L’estrazione tramite i solventi volatili
Questo metodo s’effettuà grazie ad un dissolvente a basso grado d’ebollizione (etere di petrolio, benzene,alcool, acetone, ecc…), il quale permette d’ottenere delle concrete dai vegetali freschi, e dei resini dai vegetali secchi.
La concreta diventerà in seguito l’assoluto grazie alla separazione delle cere restanti.
Bisogna utilizzare all’incirca 600 chili di rose o di gelsomino per ottenere 1 chilo d’assoluto.
Il Profumiere
Il profumo, ottenuto grazie alla delicata mescolanza di sostanze odorificanti, è la finalità del lavoro di creazione del profumiere.
Ma chi sarà mai questo personaggio misterioso? Qual’è il suo ruolo? Come lavora?
Il profumiere o « Naso » è un compositore di profumi. Davanti al suo strumento di lavoro, mobile chiamato « organo », si trovano tutti i prodotti di base, più o meno 2000 essenze di cui 1000 usate di frequente.
Ma come fa il naso per riconoscerli, per memorizzarli ed infine per armonizzarli ?
Tutto ciò richiede l’aiuto di doni naturali, innati :
- un buon naso, cioè un’acutezza olfattiva, una finezza di percezione ed il senso delle sfumature.
- una capacità d’attenzione e d’astrazione da tutto ciò che lo circonda, e di fissarsi, di concentrarsi su un determinato odore.
- ed infine la memoria : innanzitutto per imparare un odore, memorizzarla, fissando i diversi caratteri, per poi legare ciò che odora a ciò che ha già odorato; ed infine per riconoscere al primo colpo l’odore imparata ed anche i prodotti e gli accordi olfattivi che ha cercato d’imparare a memoria.
Ed è cosi che la memoria allenata ed esercitata possiede un ruolo importante.
Per mantenere questi doni naturali, il naso deve seguire una disciplina personale : esercitando e proteggendo l’odorato dalle agressioni (dal tabacco per esempio), migliorando tramite esercizi olfattivi che affinano il naso, ed anche la cultura della memoria e la ricerca della più grande concentrazione possibile.
A questi doni naturali, si deve anche aggiungere la necessità d’avere un certo carattere per poter superare le difficoltà che portano al successo della creazione :
- il gusto dello sforzo : ciò che è stato lavorato deve essere rivisto, per il fatto che il senso olfattivo è qualcosa di volatile
- il possedimento d’una certa sensibilità, fatta d’immaginazione e del senso dell’estetico : i profumi sono
delle forme, delle strutture. L’immaginazione si occupa di concerpirle ed infine ne crea delle nuove, le quali devono essere belle ed agreabili. I profumi, per essere apprezzati, devono corrispondere al modo d’espressione del compositore, il quale deve possedere come maggior qualità il senso della concordanza.
« Chi domina gli odori, domina i cuori degli uomini »
Jean-Baptiste Grenouille
Come farà mai il nostro compositore per creare un nuovo profumo ?
Spesso è dopo aver sentito un nuovo odore, odore che può provenire da un’essenza naturale o da un corpo di sintesi originale.
Nella sua mente s’avvera una seria d’associazioni d’idee, le quali gli permetteranno di tradurre la forma olfattiva alla quale sta pensando; questa forma sarà tradotta in una formula ponderabile, visto che l’arte della profumeria concerne anche quella delle proporzioni.
Anche se il profumiere creà parecchie forme olfattive nuove, non è detto, sfortunatamente, che conducano tutte al successo…
Bisogna anche sottolineare che oggigiorno, il profumiere s’aiuta grazie a dei mezzi d’analisi ultramoderni. Questi metodi sono stati introdotti nelle fabbriche di Grasse, come la cromatografia liquida ad alte prestazioni, la spettrometria di masse o la risonanza magnetica nucleare, i quali permettono al profumiere d’approfondire la conoscenza dei prodotti odorosi e d’assicurare un controllo-qualità rigoroso delle materie prime utilizzate.
Queste attrezzature posseggono anche un ruolo di garanzia per il profumiere. Infatti bisogna assicurarsi della totale innocuità per i futuri consumatori, rispettando le prescrizioni editate dall’I.F.R.A. (International Fragrance Association) e dall’I.O.F.I (International Organization of the Flavor Industry).